Tutto il paese in piazza:
la gente si è stretta lunedì pomeriggio intorno a Giovanni Paolo II,
una
fede antica e radicata ha guidato i passi di intere famiglie, dei
giovani e degli anziani; ha richiamato dai campi gli uomini e le donne,
ha spinto un paese intero ad uscire di casa. "VIVA il PAPA", "VIVA MARIA",
ripeteva la gente mentre Giovanni Paolo II saliva i gradini del grande
palco azzurro sul quale era posta la splendida icona della Madonna della
Misericordia. Gli stessi sentimenti erano espressi
anche sugli striscioni appesi ai balconi delle case, "VIVA LA GUIDA
MITE E FORTE DELLA CHIESA" era scritto su uno di questi, come pure su
tanti volti si leggeva la gioia incontenibile di un popolo semplice, ma
sincero, fedele alla sua antica vocazione. Giovanni Paolo II, ha portato un messaggio che fa forza
sulla condizione fondamentale perché lo sviluppo e il progresso non si
fermino solo all'aspetto materiale, cancellando i valori veri dell'uomo.
" Lo sforzo che voi oggi compite, ha detto, non ha però soltanto un
valore materiale o tecnico, ma riveste anche un significato etico,
perché il progresso sociale è veramente autentico, quando rende l'uomo
signore e non schiavo della realtà che lo circonda". I fedeli radunati
nella piazza hanno a lungo applaudito le parole del Papa e più di una
volta si è levata tra la folla una voce che ha gridato: "bravo!". Il
Papa ha toccato l'animo di questa gente abituata da secoli a scandire la
sua giornata con il lavoro e con la preghiera. " La preghiera, ha detto
il Santo Padre, dia ali al lavoro, purifichi le intenzioni e difenda
dai pericoli del materialismo; il lavoro, a sua volta, faccia
riscoprire, dopo la fatica, il ristoro dell'incontro con Dio, nel quale
l'uomo ritrova la sua vocazione primordiale, il vero significato della
sua esistenza". L'incontro con il Papa, iniziatosi con una breve
visita nella vicina cattedrale dove erano radunati i sacerdoti e gli
anziani, ha vegliato l'immagine della Madre della Misericordia, si è conclusa con uno scambio di doni.
Una bambina, a nome di tutta la comunità ha messo nelle mani del Papa un salvadanaio, come simbolo delle offerte raccolte per la
costruzione dell'Ospedale nel Benin, il grande dono che tutta la
Capitanata ha deciso di offrire in occasione della visita pastorale.
Giovanni Paolo II ha invece lasciato in dono un magnifico ostensorio
che sarà tenuto in Cattedrale e portato in processione per le vie della
cittadina.
A ricordo della visita di Papa Giovanni Paolo II,
sono state collocate, in data 7 giugno 1987, due epigrafi su marmo, la
prima voluta dall'Amministrazione Comunale, è stata collocata in piazza
Cecco d'Ascoli sul muro esterno della Cattedrale, angolo con la sala
"Santissimo"; la seconda voluta dal Vescovo Mons. Vincenzo D'Addario, è
stata collocata all'interno della Cattedrale, sul muro della navata di
sinistra.