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"... diverse leggende sono legate a questa chiesa, in particolar modo, all’icona in essa conservata e alla sua campana ..."

La chiesa è stata costruita nel XIV secolo dai padri Agostiniani e ha due titoli dedicati alla Madonna, ai quali corrispondono due opere d’arte contenute al suo interno: l’icona della Madonna della Misericordia e la statua della Madonna del Soccorso. Vi si celebra solo nelle feste dedicate a Maria. Diverse leggende sono legate a questa chiesa e, in particolar modo, all’icona in essa conservata e alla sua campana.

Si narra che la tavola su cui è dipinta la Madonna che indica Gesù Bambino, venisse usata da una famiglia poverissima che abitava vicino alla chiesa, in uno dei ‘sottani’ che la circondano, per tagliare il lardo. Una volta da questo tagliere fiottò sangue e si rinvenne così l’immagine che poi fu collocata nella chiesa. Si narra ancora che una donna di nome Leta, anch’essa abitante in un povero sottano della Collina Castello e avanti negli anni, non potesse avere figli. Le sue preghiere, però, furono infine esaudite dalla Madonna e per ringraziarla per la nascita di un bambino o di una bambina, da allora in poi, venne suonata la campana della chiesa, usanza che persiste tuttora: quando per tutto il paese si sente il suono della campana della Misericordia tutti sanno di un parto conclusosi felicemente.

Pure gli Ascolani non più residenti, anche dall’estero, quando nasce loro un bambino chiamano qualche parente o conoscente ad Ascoli Satriano per far suonare la campana che però non è più quella originale ma un’altra nuova che, dicono, non ha più lo stesso limpido suono della precedente. Dal punto di vista storico, è molto probabile che la chiesa, la campana e il dipinto siano coevi vale a dire della metà del 1300, in pieno periodo angioino. Infatti il recentissimo restauro dell’icona ha portato alla luce l’originale iconografia che presenta sullo sfondo proprio i gigli francesi degli Angioini.  Speciale: Maria SS. della Misericordia, l'antica icona

Di quell’epoca la chiesa non conserva nient’altro se non delle brevi iscrizioni con date del XIV secolo murate sulle pareti esterne.

L’antica campana, rimossa, ora si trova al centro del Chiostro dell’ex Monastero di Santa Maria del Popolo, sede del Polo Museale di Ascoli Satriano. Riguardo ad essa, si racconta, infine, di un gruppo ascolani emigrati all’inizio del Novecento negli Stati Uniti che, lavorando come minatori e sentendo tutti insieme il noto suono della campana, uscirono all’aperto incuriositi e si salvarono dal crollo della miniera.

Un’altra curiosità è relativa alla statua della Madonna del Soccorso: in realtà, è un gruppo scultoreo ligneo del XVIII secolo raffigurante una Diana cacciatrice ‘riciclata’ che, rivestita da Madonna con Gesù Bambino, scaccia un diavolo con un bastone, salvando così un giovinetto che Le chiede soccorso (da cui il titolo).

Nella chiesa si possono altresì ammirare: due dipinti sulle pareti laterali del presbiterio, raffiguranti Sant’Alfonso Maria de Liguori e Sant’Agostino Vescovo, un antico organo e una preziosa parure composta da due candelieri e una croce d’altare, monumentali, di bronzo dorato.

Il 21 novembre, festa della Madonna del Soccorso, si svolge in questa chiesa l’antica cerimonia del ‘maritaggio(lu Marëtaggë): si tratta di una piccola dote che viene sorteggiata tra ragazze da marito e che viene data dalla Confraternita omonima alla vincitrice, la quale potrà accedervi solo dopo il suo matrimonio.     

Quadro Madonna della Misericordia  interni  interni - la volta  Madonna del Soccorso

Le leggende

La sacra icona della Madonna della Misericordia, si narra che: una famiglia del quartiere ascolano del Castello, abitava nell'oscuro vano sottostante la Chiesa degli Agostiniani in condizioni di estrema povertà. La buona madre di questa famiglia usava tagliare pezzi di lardo, da distribuire ai numerosi figli, su una tavola sotto la quale niente faceva immaginare che si celasse un dipinto sacro. La donna, eseguendo una mattina questa consueta operazione, intaccò il legno con il coltello. Abbondanti fiotti di sangue sgorgarono dal tavolo e la donna, impressionata e stupita fortemente, ripulì la superficie insanguinata scoprendovi i volti della Vergine e del Bambino. Il seguito alla prodigiosa scoperta, su quella oscura e misera abitazione venne ampliata e abbellita la cappella, dove l'immagine sacra venne esposta ed è tuttora venerata e i discendenti di quella famiglia si trasmisero per generazioni la custodia del quadro. Nel medesimo tugurio, dove era stato rinvenuto il dipinto della Madonna della Misericordia, abitava una tale Leta del Lago. Molto pia e devota della Vergine; aveva raggiunto un'età ormai avanzata, senza aver avuto figli. Le speranze di averne uno si erano affievolite con gli anni e con i pareri medici, che le toglievano ogni illusione. Ma il desiderio insopprimibile della maternità era sempre più forte ed accompagnato da continue preghiere alla Vergine. Questa, quando le speranze e le illusioni della donna si erano ormai esaurite definitivamente, premiò la costanza e la fede della sua devota facendola rimanere incinta. Dopo nove mesi, una mattina di maggio, con meraviglia di tutti, Leta diede alla luce un figlio. Diffusosi la notizia del miracoloso parto, tutte le donne del paese si portarono, come in pellegrinaggio, nella casa di Leta, per ringraziare la Madonna e presero ad attingere dalla sua cisterna l'acqua ritenuta salutare e miracolosa. In ricordo di quel prodigio si perpetua in Ascoli l'usanza di suonare a distesa la campana della Chiesa della Misericordia, quando le donne partoriscono, per ringraziare la Madonna del lieto evento e per darne l'annunzio alla popolazione. La tradizione vuole che sia il padre di persona a suonare la campana o una persona da lui incaricata, se egli è assente da Ascoli. Leta del Lago, dopo il suo parto miracoloso fu chiamata "LETA BAMMINE". Il nome della donna sembra non riferirsi ad alcuna persona veramente esistita, ma definire la felicità di ogni donna che è "laeta" dei bambini che le nascono ( in dialetto ascolano: bbammine oppure bbommine ).

La campana della MisericordiaLa campana della Misericordia è oggetto di venerazione da parte degli Ascolani, che amano il suo suono inconfondibile. Si narra che: i suoi rintocchi siano stati sentiti da nostri emigrati, che lavoravano in una miniera americana. Stupiti dalla comune sensazione, sarebbero usciti dalla miniera per rendersi conto di quel che stava succedendo; ma, appena messo il piede fuori dalla caverna, questa sarebbe crollata. Convinti i nostri minatori che i rintocchi da loro sentiti altro non erano che un avvertimento della Vergine di quel che sarebbe accaduto poco dopo, avrebbero finanziato, secondo la leggenda popolare, la costruzione del monumentale trono sul quale viene portato in processione il busto di S. Potito Martire (Protettore di Ascoli Satriano), andato perduto in seguito ad un incendio nel 1999,  dietro il quale una piccola navicella simboleggerebbe la traversata dell'Atlantico da parte dei nostri emigrati.

 


La campana della Misericordia (originale del 1556)La campana esisteva sin dal 1556 il cui compito viene efficacemente descritto da Monsignor Sodo:
« Sull’alto di uno dei colli di Ascoli ergesi a cavaliere della città, quasi vigile sentinella diurna e notturna, il tempio di Maria SS. della Misericordia, che esercita il compito di assidua protettrice non solo nei casi straordinari, ma perfino nella nascita di ogni uomo… I sonori e pietosi squilli della campana di quel tempietto, che volentieri si aspettano e si accolgono, quasi per abito quotidiano, non solo di giorno, ma anche di notte, invitano i fedeli alla preghiera della Salve Regina ».
Il Vescovo affermava che la campana suonava ogni giorno, anche di notte, perché a quel tempo le nascite erano circa quindici volte superiori a quelle di oggi. La storica campana che, fuori uso dall’anno 1956 per una grave lesione, era stata collocata in un primo momento nella Cappella del Castello Ducale, fu poi definitivamente sistemata al centro del cortile del Polo Museale di Ascoli Satriano. Essa ha diffuso su questa città i suoi inconfondibili squilli argentini per quattro secoli (1556 - 1956). Intorno alla testa del sacro bronzo sono scolpite parallelamente le due seguenti frasi:


AVE MARIA GRATIA PLENA DOMINUS TECUM REFECTA FUIT EX ELEMOSINIS AD HONOREM S. AUGUSTINI 1556

A FULGURE ET TEMPESTATE LIBERA NOS ET POPULUM TUUM D(OMI)NE AB OMNI MALO CUSTODI

Attualmente al posto dell’antica vi è la nuova campana, fusa dalla ditta Marinelli di Agnone a spese dalla Congrega di Maria SS. del Soccorso. Sulla parte superiore è scolpita l’immagine della Vergine nell’atto di proteggere il popolo devoto. La campana fu benedetta e installata sul campanile il 21 novembre 1985.


Fonte: dal libro "L'antica icona di Maria SS. della Misericordia in Ascoli Satriano"  di Don Antonio Silba


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