Sostegno di mensa con grifoni
(trapezophoros)
(1)
Seconda metà del IV secolo a.C. da Ascoli Satriano. Ricomposto
da più frammenti, con lacune, specie alle zampe; policromia in parte evanida.
Una coppia di grifi affrontati dilania un cerbiatto già atterrato,
disteso su di una base rettangolare che evoca un terreno sassoso.
Sul lato principale (quello in cui la testa del cerbiatto è a
sinistra di chi guarda) le orecchie dei mostri sono state lavorate a
parte e applicate, a causa del loro forte aggetto. Le grandi ali
sollevate verticalmente mascherano i due massicci elementi di
sostegno della mensa, dotati ciascuno di una scanalatura verticale
di fissaggio su entrambi i lati. A un’altezza inferiore sono state
praticate due ampie aperture rettangolari, forse destinate ad
alloggiare una trave di collegamento. La policromia si fonda anche
in questo caso sull’alternanza di rosso e azzurro. |
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Bacino marmoreo
con Nereidi
(podaniptèr)
(1)
Seconda metà del IV secolo a.C. da Ascoli Satriano. Vasca e anse in parte lacunose e sbreccate, base largamente
incompleta; policromia in parte evanida. Vasca a calotta con breve
labbro leggermente estroflesso, ornato all’esterno da una fascia a
ovuli; anse orizzontali a bastoncello ripiegate verso l’alto,
in origine dotate al centro di un apofisi, connesse alla
vasca da un elemento rilevato, decorato a linguette. La base
sottostante, ornata
da un kyma lesbio, si dipartono tre piedi a zampa di felino
sormontata da un motivo decorativo a capitello ionico, poggiati su
di una base circolare piana. All’interno, un massiccio cilindro
pieno funge da sostegno, collegando la vasca alla base. Della
coloritura in rosso e azzurro alternati rimangono molte tracce,
particolarmente ben conservate sulla base, dove due fasce rosse
definiscono lo sfondo azzurro del kyma delineato in bianco e
con elementi di separazione in rosso, mentre le zampe e il piano di
base, egualmente in rosso, spiccano sull’azzurro del supporto
centrale. L’interno della vasca reca una decorazione figurata
dall’estesa policromia (si notano oltre al rosso e all’azzurro,
nero, giallo e viola): tre figure femminili panneggiate, in groppa a
mostri marini anguiformi, con coda da pesce e protome da ippocampo
in due casi ed equina nel terzo, separati da altrettanti delfini.
Nereidi che consegnano ad Achille le armi forgiate da Efeso,
rappresentate secondo uno schema largamente diffuso, in particolare
nella produzione ceramografica apula. |
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Cratere a calice su hypokrateridion
(1)
Seconda metà del IV secolo a.C. da Ascoli Satriano. Sostegno, integro salvo un tratto
del labbro ricomposto; manca del plinto di base. Cratere, piede a
disco a profilo sagomato, raccordato tramite un alto stelo ornato da
un toro alla vasca, divisa da una risega (colorata in rosso) in una
parte inferiore a calice, da cui si distacca la coppia di anse a
bastoncello e in una superiore, molto alta e svasata, che si
conclude con il labbro estroflesso. Il margine è decorato da una
fascia scolpita di linguette che discende da un dente rilevato,
anch’esso in rosso. A metà altezza della vasca si nota la traccia
lasciata da una corona metallica con foglie d’edera.
Sostegno; Un
fusto svasato s’innalza da un disco di base e regge il piano
d’appoggio superiore; nel punto più stretto un toro separa la parte
inferiore, occupata da una larga baccellatura estesa anche al disco
di base, da quella superiore, liscia. Il margine del piano
d’appoggio, a profilo arcuato, è ornato da un giro di linguette
scolpite che si estendono sul piano fino al piede del cratere
sovrapposto. Il toro è
ornato da una serie di rettangoli azzurro, rosso vivo, bianco e
rosso scuro, secondo una sequenza che si ripete più volte. Colori
analoghi ricorrono al margine superiore della baccellatura, mentre
alla base lo spazio residuo è dipinto in azzurro; in rosso infine la
fascia incavata |
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Base di cratere a
calice
(hypokrateridion)
(1)
Seconda metà del IV secolo a.C. da Ascoli Satriano. Un fusto svasato s’innalza da un disco di
base e regge il piano d’appoggio superiore; nel punto più stretto un
toro separa la parte inferiore, occupata da una larga baccellatura
estesa anche al disco di base, da quella superiore, liscia. Il
margine del piano d’appoggio, a profilo arcuato, è ornato da un giro
di linguette scolpite che si estendono sul piano fino al piede del
cratere sovrapposto. Varie tracce della lavorazione a tornio. Il
toro è ornato da una serie di rettangoli azzurro, rosso vivo, bianco
e rosso scuro, secondo una sequenza che si ripete più volte. Colori
analoghi ricorrono al margine superiore della baccellatura, mentre
alla base lo spazio residuo è dipinto in azzurro; in rosso infine la
fascia incavata sottostante |
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Oinochoe a bocca
rotonda
(1)
Seconda metà del IV secolo a.C. da Ascoli Satriano. Lacunosa nella parte superiore del piede e sul labbro; dell’ansa
a nastro rimangono solo i due attacchi; della policromia rimangono
tracce sul labbro e spalla. E’ formata da tre elementi separati,
fissati fra loro da un sistema di incavi e sporgenze: piede; parte
centrale del corpo; complesso spalla, collo, ansa verticale.
L’inclusione della spalla nell’elemento superiore e la conseguente
suddivisione del corpo è determinata dall’esigenza di collocare
entrambi gli attacchi dell’ansa nello stesso manufatto. Alto piede a
tromba, sagomato; corpo a profilo ogivale ornato da una baccellatura,
conclusa in alto da una bassa risega cui corrisponde, alla base
della spalla, un listello. Collo svasato desinente in un largo
labbro piatto privo di versatolo, sagomato sul bordo. |
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Epichysis
(1)
Seconda metà del IV secolo a.C. da Ascoli Satriano. Lacunosa sul labbro e nella parte superiore del piede; dell’ansa
rimangono solo i due attacchi; l’elemento superiore è ricomposto da
due frammenti; policromia in gran parte evanida. E’ formata, come l’
OINOCHOE a bocca rotonda, da tre elementi separati, connessi secondo
lo stesso sistema. Anche la forma è molto prossima all’ OINOCHOE a
bocca rotonda: oltre all’andamento lobato del labbro si distinguono
il profilo del piede e del collo, più alto e sottile, a sezione
ellittica. Quanto sopravvive dell’ansa è ornato da costolature. Si
nota, infine, anche un minor grado di rifinitura, specie nella
mancanza degli elementi di raccordo fra corpo e spalla. |
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Epichysis
“a”
(2)
Seconda metà del IV secolo a.C. da Ascoli Satriano. Quanto
ne rimane appare del tutto simile all’ Epichysis (intero),
inducendo a ritenere che fosse appunto dotato di bocca trilobata.
Unica differenza, la fascia risparmiata alla base della vasca è
molto più alta. Resti evanidi di decorazione pittorica in rosso.
Priva dell’elemento di base, dell’ansa e del collo; spalla molto
lacunosa.
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Epichysis
“b”
(2)
Seconda
metà del IV secolo a.C. da Ascoli Satriano. Anche in questo caso,
quanto sopravvive fa pensare a una Epichysis ; tuttavia, a
differenza dell’esemplare “a”, la vasca presenta alla base un
elemento anulare sporgente; la baccellatura è conclusa in alto da
una fascia molto stretta, cui corrisponde alla base della spalle il
consueto listello leggermente ingrossato. Priva dell’elemento di
base, dell’ansa e del collo.
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Loutrophoros
(2)
Seconda metà del IV secolo a.C. da Ascoli Satriano. Come l’
Oinochoe e le
Epichysis, era formata in origine da tre elementi separati,
collegati dal medesimo sistema di connessione. Corpo quasi
troncoconico, concluso alla base da un elemento anulare , ornato da
una baccellatura definito in alto da una risega cui corrisponde un
listello a profilo leggermente arcuato alla base della spalla
sovrastante. Da questa sagomatura a calotta, si distacca un alto
collo cilindrico desinente in un massiccio labbro piatto da un bordo
sagomato e obliquo verso l’esterno. Coppia di anse a nastro a
sezione quadrangolare a doppia costolatura. Decorazione pittorica: dipinto in rosso, alla base della
spalla, appena sopra il listello (anch’esso dipinto), il motivo del
“cane corrente”, sovrastato da una fascia, resto di un motivo
non più riconoscibile posto all’altezza degli attacchi inferiori
delle anse; altre tracce di decorazione sul labbro. Evidenti segni
di lavorazione al tornio del tutto analoghi a quelli presenti sugli
altri esemplari; sono presenti incavi su tutti e quattro i piani
orizzontali, incluso quello che sostituisce la bocca. |
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Coppia di sostegno di mensola
(2)
Seconda metà del IV secolo a.C. da Ascoli Satriano.
Entrambe i manufatti,
a forma di triangolo rettangolo, presentano il lato orizzontale
maggiore decorato da costolature longitudinali e quello verticale
minore dotato di un esteso dente d’incastro a profilo trapezoidale
poco sporgente, con una sottile linea incisa che lo attraversa
longitudinalmente al centro. Il corrispondente angolo retto appare
smussato in modo molto marcato. Il lato obliquo è invece sagomato su
entrambe le facce in forma di voluta ionica, ottenuta incavando la
superficie, decorata da una palmetta piuttosto sommaria. Nello
spessore, digradante verso l’estremità esterna, il blocco è stato
scavato in modo tale da ottenere due piani d’appoggio mascherati
dalle volute; su ciascuno, un piccolo ma profondo foro di fissaggio.
Decorazione pittorica: sul dente di incastro del lato corto
verticale sono appena visibili tre fasce verticali in rosso; in
rosso sono dipinti anche i bordi a rilievo del lato obliquo, e lo
spessore delle volute. |
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