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Il Polo Museale è ubicato nel complesso monumentale del Monastero di Santa Maria del Popolo, il complesso monumentale è costituito dalla chiesa e dal monastero. Non è da escludere che la chiesa sia antecedente al monastero e databile intorno al XIII secolo. È a due navate con abside poligonale. L’interno mostra ancora i segni evidenti dei restauri eseguiti a metà del Settecento, mentre la facciata è in stile seicentesco; infatti, ora abrasa, almeno fino al 1932 sul portale si leggeva la data del 1610. L’altare maggiore è quello che si trova attualmente sul presbiterio della Cattedrale di Ascoli Satriano, riconsacrato il 21 giugno 1821 dal vescovo Antonio Maria Nappi. Per quanto riguarda il monastero, P. Rosario scrive che: "…verso la fine del 1400, con Breve di Alessandro VI, la famiglia Lizza – signori ascolani quanto nobili e generosi, altrettanto pii e devoti – costruì un altro convento per gli Agostiniani, a circa cinquecento metri dall’abitato, dedicandolo, a somiglianza di quello di Roma, a S. Maria del Popolo.". L’edificio quadrangolare con il suo chiostro ospitò i Padri Eremiti dell’Ordine di Sant’Agostino fino alla loro soppressione nel 1809. In seguito, nel 1818 passò alle Suore Redentoriste di Sant’Alfonso Maria de Liguori, che vi istituirono anche un educandato femminile, e poi alle Suore Domenicane del Santissimo Sacramento. La chiesa e il monastero vennero chiusi definitivamente nel 1961. L’ex chiesa, oggi Auditorium Diocesano, è stato dotato di arredi necessari al fine di renderlo “cuore” pulsante per la diffusione della cultura. A sigillarne l’importanza monumentale, è il recupero con la riproposizione di uno splendido altare ligneo dorato risalente al XVII secolo, dopo gli anni di incuria e di abbandono in cui versavano l’altare ligneo e la stessa chiesa. All’interno dell’ex monastero, sede istituzionale del Polo Museale di Ascoli Satriano, il chiostro è stato arricchito di una vetrata perimetrale che ne riflette la suggestiva e altera maestosità. Inoltre, gli spazi museali ripropongono innovative prospettive, grazie alla nuova organizzazione degli spazi, nonché all’utilizzo di strumenti mediatici che evidenziano l’importanza e lo spessore delle collezioni - ecclesiastica e archeologica - esposte. Il recupero di tali beni architettonici costituisce un importante intervento di restauro che ha come scopo la massima valorizzazione del nostro patrimonio culturale sia dal punto di vista storico-artistico che spirituale. |
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Percorso museale |
Il percorso museale inizia dal museo civico che si trova a piano terra, dove ammirare la mostra archeologica “Lo spreco necessario. Il lusso nelle tombe di Ascoli Satriano". La mostra intende evidenziare gli aspetti qualitativi e quantitativi del lusso nella dimensione funeraria del centro daunio di Ausculum, con reperti provenienti dagli scavi archeologici condotti in circa un cinquantennio di ricerche nel territorio. Il percorso espositivo mette bene in evidenza lo scenario della ricchezza e del privilegio di Ausculum, importante centro del Carapelle, attraverso l’accurata regia e l’evidente strategia del potere che segnano le tombe del lusso in un ampio arco cronologico. Lungo il percorso, di notevole interesse è la statua d' Apollo in stile arcaistico (prima metà del II secolo d.C.), la statua del Bambino Cacciatore, la sala dei mosaici di villa Faragola e la sezione dedicata alla collezione “Pasquale Rosario”. Si prosegue al primo piano per ammirare nella mostra permanente "Policromie del sublime" il gruppo marmoreo dei Marmi policromi (seconda metà del IV° secolo a.C.). Il percorso museale prosegue al museo diocesano con la quadreria, disposta in varie sale, comprende tele del XVIII sec. raffiguranti principalmente la Madonna, Santi Gesuiti, Maria Maddalena, provenienti da Ascoli Satriano, Cerignola e Orta Nova, di locali autori ignoti ma anche di grandi artisti come Paolo de Maio, Paolo de Matteis, Luca Giordano e Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato. Le sculture, prevalentemente di carattere cultuale, raffigurano soprattutto Santi. Di particolare pregio è la Madonna con Bambino in trono proveniente da Cerignola, databile tra il XIII e il XIV secolo. Anche la sezione degli argenti è pregevole: tra gli ostensori, i calici, i pastorali, un posto d’onore ha la piccola pace raffigurante la Madonna della Purificazione di Candela. Un oggetto particolare è anche la Croce intarsiata di avorio e madreperla riccamente figurata proveniente da Rocchetta S. Antonio. L’ultima sezione riguarda i ricchi paramenti liturgici in seta ricamata in oro. |
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