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Il lusso come consumo edonistico Rappresentano la nuova dimensione del lusso nella sfera funeraria di Ausculum, va sottolineata la trasformazione dello spazio funerario attorno all'ultimo quarto del IV secolo a.C., con l'introduzione di vari ipogei che possono accogliere più componenti della stessa famiglia. Siamo nell'ambito dell'istituzionalizzazione della gens come aggregazione base del corpo sociale della comunità e del consolidamento di alcuni segmenti dell'aristocrazia ascolana. L'ipogeo della situla di Hermes e l'ipogeo dei profumi ampliano, nella ricchezza dell'apparato cerimoniale, la ricchezza del messaggio eteroriferito: agli occhi della comunità la dimensione del sacrificio economico connesso all'evento dei funerali è attribuzione strategica di immagine e potere. Emerge, comunque, una nuova componente nell'analisi dei contesti. La percezione del lusso non può trascurare la soddisfazione personale derivante dall'esperienza emozionale. In questo senso, appare predominante la nozione di valore autoriferito. I beni sono desiderabili non solo per l'esclusività degli stessi e come conferma di status ma in quanto esercitano una notevole seduzione e attrazione, eccedono il bisogno e comportano un forte coinvolgimento e una dimensione emozionale. La magnificenza degli oggetti di lusso non è nel valore artigianale ma nell'eccezione elitaria dei beni come manifestazione unica e "personalizzata". La ricca sequenza di immagini di salvezza dei vasi a figure rosse dell'ipogeo della situla di Hermes è esplicita nell'indicare come la beatitudine e il cammino salvifico siano per pochi. Il consumo dei beni è edonistico: lo stato di felicità e di piacere nasce dalla certezza di essere uomini e donne privilegiati, pienamente coinvolti nella sfera dionisiaca, ammessi alle gioie e alla felicità dell'Isola dei Beati. |
Ipogeo della Situla di Hermes
Ipogeo dei Profumi |
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