Un grande complesso sacro occupa il settore sud-orientale
della collina del Serpente. L’area, già interessata dalla presenza di
rilevanti tombe del VI-V sec. a.C., collegabili ad abitazioni di cui
non restano tracce, viene adibita a spazio sacro forse già entro la fine
del V sec. a.C. L’edificio principale dell’area sacra, a pianta
rettangolare (m.6,40 x 16,10), aperto ad est, è costituito da un ampio
ambiente preceduto da un vestibolo, di cui restano solo le fondazioni in
pietre e frammenti di tegole che dovevano reggere un elevato in terra
cruda. Alla metà del IV sec. a.C., si data quanto rinvenuto del tetto a
doppio spiovente, crollato all’interno dell’edificio, il quale era
costituito da tegole e coppi, ed era decorato da antefisse di forma
pentagonale a palmetta. All’esterno viene realizzata in questa fase una
straordinaria pavimentazione in ciottoli, dall’elegante decorazione
geometrica, che viene a sigillare una sistemazione precedente
caratterizzata da una serie di piccole strutture provvisorie, allestite
per lo svolgimento di cerimonie. Anche la vasta pavimentazione in
ciottoli rimanda alla celebrazione di cerimonie che dovevano scandire la
frequentazione dell’area. A sud e ad ovest dell’edificio sono state
rinvenute due piccole strutture rettangolari, che dovevano essere
collegate da un ulteriore percorso in ciottoli, caratterizzate da un
alzato in materiale deperibile e un tetto in tegole a doppio spiovente
decorato da antefisse con testa di gorgone. All’interno, sigillati dal
crollo del tetto, c’erano numerosi manufatti ceramici e ossa di animali,
che attestano lo svolgimento di rituali sacrificali.
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