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“…il censimento generale della popolazione del 1931 registra in Ascoli poco meno di 10.000 abitanti, 9961 per la precisione. Gli stessi si riducono di 1500 unità nel censimento del 1936, anno della nascita del cosiddetto impero, a seguito delle conquiste coloniali africane…” |
L’attività economica prevalente in Ascoli era legata principalmente ad una economia agricola e pastorale, con i 2/3 del territorio destinato a culture seminative asciutte. Le colture erborate costituiscono una esigua minoranza. Per quanto concerne la componente pastorale-zootecnica, essa aveva la seguente consistenza: al 31 dicembre 1930 nell’agro di Ascoli si allevavano 42.500 pecore, 3.500 equini, 800 bovini, 500 suini. Solo nell’agro di Foggia si allevavano più pecore: 48.000. Alle attività agricolo-pastorali era legato un fiorentissimo artigianato produttivo: maestri d’ascia, fabbri, barilari, sellai, meccanici, muratori, falegnami, etc. Il commercio, a prescindere da quello relativo ai cereali ed alla zootecnica, era limitato solo ai consumi della comunità, ancora di tipo chiuso, in quanto la maggior parte dei beni di prima necessità si producevano e si consumavano in loco. L’ideologia e la struttura politica dominante è il fascismo, incarnato nei comuni nella figura del podestà. All’epoca della venuta del Vescovo fra Vittorio Consigliere (6 gennaio 1932), il Comune di Ascoli è retto da un Commissario prefettizio di nome Manfredo Sassi. Il regime fascista, al potere da un decennio, ormai si è consolidato, non subisce ancora le influenze aberranti del nazismo tedesco, comunque si avvia ad aspirare un ruolo di potenza mondiale: pensa all’espansione coloniale in Africa, a dare una mano al generale Franco nella guerra civile spagnola e ad emulare la Germania nazista. |
In Italia si accinge a varare la prima riforma fondiaria con l’assegnazione di terre bonificate a favore di ex combattenti, tramite l’istituto dell’Opera Nazionale Combattenti (O.N.C.). Numerose famiglie ascolane sono coinvolte nell’assegnazione dei poderi. A partire dal 1939 emigrano e si insediano stabilmente negli agri di Foggia, Stornara e Orta Nova. La presenza di 13 fornaci a gestione familiare, assicurava l’occupazione a un centinaio di addetti per la produzione di materiali edili. Per quanto riguarda la scuola e l’istruzione in genere, la pubblica amministrazione assicurava il ciclo della scuola elementare. Nel 1928 il dott. Pasquale Rosario, in largo Duomo, aprì una scuola secondaria professionale commerciale che si concluse dopo un biennio, per mancanza di finanziamenti. Nel 1932 fu aperta la scuola secondaria pubblica di Avviamento Professionale di tipo Agrario che ha funzionato fino al 1962, quando fu incorporata nella scuola media dell’obbligo. Tale scuola professionale non aveva ulteriori sbocchi di studio. L’unica scuola che assicurava l’istruzione secondaria e che dava accesso agli studi superiori era il Seminario interdiocesano. Nei banchi del Seminario oltre a tanti sacerdoti, si sono formati anche tanti professionisti. L’assistenza sanitaria e la salute pubblica era assicurata da due medici condotti, due levatrici condotte, l’ufficiale sanitario, il veterinario comunale (dott. Pasquale Rosario), alcune farmacie private. Esisteva un dispensario gratuito di medicinali per i meno abbienti. Per l’assistenza degli anziani, attigua al convento di San Potito, esisteva il Ricovero di Mendicità, come si chiamava allora, dedicato al Vescovo cappuccino fra Domenico Cocchia.
adunata
fascista in Piazza Cecco d’Ascoli (oggi Giovanni Paolo II) , il
dott. Pasquale Rosario Dal punto di vista urbanistico, Ascoli si presenta come un frenetico cantiere di attività. Ascoli subì il rovinoso terremoto del Vulture il 23 luglio 1930, che danneggiò molti edifici e strutture pubbliche. La testimonianza di questo terremoto la si può ancore osservare in cima all’obelisco del Monumento ai Caduti, dove l’ultimo concio di pietra risulta ruotato e leggermente slabbrato rispetto al concio inferiore. L’evento sismico danneggiò molto la Cattedrale, il Seminario, il Palazzo Ducale, molte case private, ci furono alcune vittime. Il terremoto accelerò molto i cambiamenti al volto della città, iniziati cinque anni prima quando si costruì Piazza Cecco d’Ascoli (oggi Piazza Giovanni Paolo II) che divenne così la piazza "borghese" di cui la città era priva e il monumento ai caduti opera dello scultore Giulio Barberi, inaugurato il 8 novembre 1925. Si costruirono le rampe Cocchia e Teatro, la sistemazione di via Duomo e corso Umberto I. Si costruì il quartiere delle case asismiche sul rione Serpente, l’Estramurale Pozzello (via alternativa di accesso alla città), la rete idrica e fognaria negli anni 1932-1933, l'impianto di depurazione delle fogne, il macello. Spariscono le secolari figure addette alla distribuzione dell’acqua potabile e alla raccolta dei liquami domestici con carretti.
Piazza
Cecco d’Ascoli (oggi Giovanni Paolo II) col monumento ai caduti, le
casette asismiche rione Serpente L’assistenza religiosa faceva capo all’unica parrocchia presso la Chiesa Cattedrale di S. Maria Nascente, a 6 chiese autonome, a 4 chiese annesse ad altrettanti conventi di religiosi regolari di San Potito, S. Maria del Popolo, SS. di Pompei, S. Giovanni Battista, occupati rispettivamente dall’Ordine dei Frati Minori Francescani, dalle Suore del SS. Redentore, dalle Suore Domenicane del SS. Sacramento, dalle Suore di Carità di S. Giovanna Antida Tourhet. Le altre strutture ecclesiastiche erano il Capitolo Cattedrale, la Curia Diocesana e il Seminario interdiocesano. Le organizzazioni religiose comprendevano 4 congregazioni: del Santissimo, del Purgatorio, di S. Maria degli Angeli e Maria SS. del Soccorso. Era presente una vivace Azione Cattolica, nonostante l’atteggiamento negativo del fascismo. |
Fonte:
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