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“…è stata masseria di campo e posta delle pecore nell’ambito della Dogana della Mena delle Pecore, ospitò dal 1224 al 1232, il frate laico francescano Benvenuto da Gubbio, che fu proclamato Beato da Papa Innocenzo XII nel 1697 …” |
Corleto (o Corneto, Cornito), è un antico borgo medievale nel territorio di Ascoli Satriano. Il territorio di Corleto è menzionato nel 1063; il casale è conosciuto a partire dal 1096. Sin da prima del 1105 i suoi abitanti godono di una consuetudine che regolamenta in particolare il versamento del diritto di pascolo e senza dubbio destinata ad attrarre verso questa fondazione, forse recente, molta popolazione. Secoli più tardi, sotto il regno del Re Guglielmo II, il Vescovo di Ascoli ha il privilegio di tenere bottega aperta a Corleto: segno certo dell’importanza economica acquisita dall’abitato che, nel XIII secolo, è contornato di mura e fossati e fiancheggiato da un sobborgo. Tuttavia in questo periodo non è ancora che un casale, cioè un villaggio di un certo accentrato, ma in linea di massima poco protetto. Nel 1190 è saccheggiata
e distrutta da Enrico Testa, inviato dall’Imperatore Enrico VI, e da
Ruggero d’Andria perché parteggia per Tancredi, Conte di Lecce, insieme
con l’Abate dell’Abazia benedettina della SS. Trinità di Venosa e con
l’Abate cassinese Loffredo. |
Nel 1200 il borgo di Corleto rinasce intorno alla Chiesa di S. Giuliano, ad opera dell’ Imperatore Federico II. Ospitò dal 1224 al 1232, il frate laico francescano Benvenuto da Gubbio. In questo luogo si occupò principalmente dell’assistenza ai lebbrosi. La residenza di Benvenuto con altri frati, costituì il primo insediamento francescano nel territorio di Ascoli che si concretizzò negli anni successivi nella costruzione di un convento che fu attivo in Corleto fino al 1450. Quando fra Benvenuto morì le sue spoglie furono esposte per più giorni nella Chiesa di S. Pietro ad Ascoli, dove si verificarono molti miracoli. Quattro anni dopo, nel 1236, il popolo di Corleto, tramite il diacono Balsamo e il giudice Giacomo, inviarono la supplica al Papa Gregorio IX affinché fra Benvenuto venisse canonizzato. Il Papa con la bolla “Mirabilis Deus in sanctis suis”, investì i Vescovi Richerio di Melfi, Risandro di Molfetta e Buono di Venosa di effettuare un’inchiesta sui miracoli di Benvenuto. L’inchiesta fu eseguita, ma il processo di canonizzazione non andò a buon fine per i torbidi politici dell’epoca, imperante Federico II avversario politico del Papa.
Il Beato Benvenuto nacque a Gubbio
nel 1190 da nobile famiglia. Si stabilisce a Corleto nel 1224.
Dall’inchiesta fatta su frate Benvenuto da Gubbio nelle 43 testimonianze
raccolte, i miracoli sono stati vari: guarigioni da malattie,
restituzione di parola, liberazione dei campi dai bruchi, guarigioni di
indemoniati. I luoghi dove si sono verificati i miracoli sono stati:
Corleto, Ordona, S. Agata, Salsola, Candela, Montemarano, Foggia, Melfi,
Minervino e Pescopagano. Morì il 27 giugno 1232, fu proclamato Beato da
Papa Innocenzo XII nel 1697. Nel 1255 Manfredi passa da Corleto, dopo essersi fermato a Palazzo d’Ascoli, perché non poté entrare in Ascoli in quanto l’anno prima era insorta contro l’Imperatore Corrado IV e nel 1255 era passata sotto il potere del legato papale Uberto degli Ubaldini. Nel 1268 Corleto era un villaggio fortificato fedele a Corradino. In quell’anno chiama in aiuto i capitani angioini, che si trovano in Ascoli, i baroni ribelli i quali si recano a Corleto per organizzarvi l’ultima resistenza. I contadini cornetani filoangioini, tuttavia, tradiscono i filosvevi che vengono giustiziati. Gli abitanti di Corleto vengono passati a fil di spada, le mura vengono abbattute, il villaggio saccheggiato, incendiato e raso al suolo. Da allora Corleto non è stata più ricostruita. Il 10 febbraio 1280 il Re Carlo d’Angiò conferma al capitolo Cattedrale di Ascoli il diritto di riscuotere le decime nel territorio di Ascoli, Candela e Corleto. Nel 1300, dal punto di vista ecclesiastico, assunse il ruolo di Arcipretura ed era meglio dotata delle stesso Capitolo Cattedrale di Ascoli. E’ stata masseria di campo e posta delle pecore nell’ambito della Dogana della Mena delle Pecore, fino alla soppressione napoleonica del 1806. Nel centro della masseria esiste ed è funzionante la chiesa rurale dedicata a Maria SS., San Giovanni Battista e Benvenuto da Gubbio. La Chiesa fu fatta costruire nel 1788 dal Priore del Baiulato della Trinità di Venosa, F. Alessandro Villani. Nel 1935 il Vescovo di Ascoli Satriano e Cerignola Mons. Vittorio Consigliere (1931-1946) fece restaurare la Chiesa con le offerte dei signori: Gentile, Pavoncelli, Ciampolillo, Chieffo, Cibelli, Pistacchio e D’Agostino. Il Vescovo di Ascoli Satriano e Cerignola Mons. Mario Di Lieto (1957-1987) elevava la Chiesa a Parrocchia rurale. La Chiesa è esposta a sud, isolata da tutti i fabbricati rurali, in ottime condizioni di conservazione e manutenzione, è una Chiesa attiva. A terra, prima dell’ingresso, è scritto sulla pietra: “Qui non si gode asilo”. L’altare è di pietra calcarea con in rilievo la croce dei Cavalieri di Malta, sull’altare esiste una tela ad olio. Il pavimento è in quadroni di argilla cotta, la facciata è decorata con lesene modanature, il frontone è a traccia mistilinea e curva ellittica. Sono presenti due lapidi: una riporta i nomi di coloro che contribuirono al restauro nel 1935, un’altra dedicata al baiulo di Venosa. Corleto oggi è un notevole centro agricolo, un centro aziendale di numerose aziende agricole.
la chiesa rurale dedicata a Maria SS., San Giovanni Battista e Benvenuto da Gubbio |
Fonte:
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