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"... nel territorio la struttura rurale di riferimento, che era luogo di abitazione per numerosissimo personale, di produzione di derrate animali e vegetali e di immagazzinamento è “la Masseria”. In posizione a schiera, accorpata o isolata, è quasi sempre presente "la Chiesa rurale” dove si svolgevano le celebrazioni e le feste religiose che cadenzavano i periodi di lavoro ..." |
Le Masserie |
In tutto il territorio hanno rilevanza artistico-storiche molte Masserie, legate in passato alla pratica della transumanza e le Chiese rurali. Le antiche masserie erano strutturate in maniera pressoché identiche, con terreni per due terzi riservato alla coltivazione praticata con la terziatura, ed un terzo al pascolo. L’azienda aveva un complesso di fabbricati imponenti, espressione di un’edilizia rurale non sempre minore comprendente: palazzina signorile, dimora del curatolo, alloggi per i salariati fissi, cafonerie con celle (cammarelle ) per il ricovero notturno degli avventizi, stalla per gli equini, ovile (iazze) per gli ovini, magazzino per gli attrezzi e strumenti di lavoro, pozzo, silos (fosse) sotterranei per il deposito e la conservazione del grano, tettoie, chiese con e senza diritto di asilo. Tali edifici presentano strutture e motivi decorativi che nulla hanno da invidiare, in molti casi, a quelli cittadini, quanto a perizia tecnica di costruzione e bellezza artistica delle forme. Tra le numerose testimonianze di cui è ricco l'agro ascolano e di altre zone limitrofe, ecco le masserie più significative, operative e non, che non sempre si possono visitare in quanto proprietà private o in cattive condizioni di conservazione e manutenzione: Camerelle, Cisterna, Conte di Noia, Corleto, Iascone, Nannarone, Palazzo d’Ascoli, Posticciola, Pozzo Auciello, Rinaldi, Romano, Salvetere, San Leonardo le Matine, San Carlo, Santa Croce, Santa Croce di Marano, San Martino, San Mercurio, Sammarco, Sedia d’Orlando, Selva S. Giacomo. Corleto: (o Corneto, Cornito) è stato un borgo medievale della Capitanata, situato nel territorio del comune di Ascoli Satriano. Fu un casale dell'abbazia della Santissima Trinità di Venosa, che venne donato da Roberto il Guiscardo nel 1063. Fu dato da Federico II all’ordine teutonico nel 1231, che divenne di notevole importanza come centro dell’industria zootecnica per produzione e commercio di animali, lana, pelli, latte e formaggi. Fu tenuta di caccia di Federico II. Nel 1232 il monaco francescano Benvenuto da Gubbio morì e fu sepolto in questo luogo e Corleto richiese al Papa la canonizzazione. Oggi è un notevole centro agricolo, è un grosso borgo rurale che costituisce un centro aziendale di numerose aziende agricole. La Chiesa di Corleto è isolata da tutti i fabbricati rurali. E’ esposta a Sud, a terra, prima dell’ingresso, è scritto sulla pietra: “QUI NON SI GODE ASILO”. La Chiesa è dedicata a Maria Santissima, S. Giovanni Battista e S. Benvenuto. L’altare è di pietra calcarea con in rilievo la croce dei Cavalieri di Malta. Una lapide riporta i nomi di coloro che contribuirono al restauro nel 1935. E’ in ottime condizioni di conservazione e manutenzione, è una Chiesa attiva. Il pavimento è in quadroni di argilla cotta, la facciata è decorata con lesene modanature, il frontone è a traccia mistilinea e curva ellittica, il campanile è spostato sul lato destro.
l'abitato di Corleto e la Chiesa Palazzo d’Ascoli: il complesso di Palazzo d’Ascoli è localizzato a circa 5 km a nord-ovest di Ascoli Satriano e si sviluppa lungo la sommità di un rilievo verso la valle del Carapelle, affacciato sulla SP Foggia-Ascoli Satriano, che ripercorre un tratto del tratturello Cervaro-Candela-Sant’Agata. Già “ager publicus” al tempo dei Romani, è stata di proprietà di molte famiglie. In questo complesso si sono allevati cavalli per l’esercito dei viceré spagnoli della razza “Maddalena”. I cavalli qui allevati sfruttavano i pascoli del demanio ascolano nel periodo compreso tra il mese di febbraio e quello di maggio. Il Palazzo Reale spicca per la sua monumentalità: il complesso, oggi limitrofo ad impianti agricoli, è caratterizzato da un’ampia corte centrale quadrangolare definita da quattro corpi di fabbrica; lungo la facciata esterna dell’edificio sud-occidentale, organizzato su due piani. Di bell'aspetto sono: la chiesetta (cappella), il portale d’ingresso e una torre cilindrica che, assieme ai locali adibiti a stalle, sembrerebbero non aver subito pesanti alterazioni. La Chiesa ha il portale in pietra-suta con la scritta “CRISTUS FACTUS EST PRO NOBIS OBEDIENS VSQUE”, ha un altare in marmo sormontato da una tela ad olio, ha la volta a botte dipinta a calce con lunotti, acquasantiera in pietra, armadio a muro, pavimento in riquadri di argilla cotta, ha il campanile centrale sul frontone.
il complesso di Palazzo d’Ascoli e la Chiesa Selva S. Giacomo: è in posizione isolata nell’aia della masseria. E’ esposta ad Est. Ha il prospetto principale intonacato e frontone curvilineo a direttrice parabolica con cornicione in pietra calcarea. La Chiesa, priva di campanile è dedicata a S. Giacomo di cui esiste una statua in legno. Sulla parte sinistra è murata una lapide del Vescovo Monsignor Cocchia. I muri laterali sono rinforzati da due barbacane. Proprietaria è la Fondazione di S. Maria del Soccorso di Ascoli Satriano.
la Masseria di Selva S. Giacomo (o boschetto) e la Chiesa |
Altre Masserie |
Nannarone: la masseria è ubicata in direzione Nord dal centro abitato nelle adiacenze dell’incrocio della S.S. 161, all’altezza del Km 16. Il centro aziendale della masseria era attraversato dal tratturello Cervaro-Candela-S.Agata che si incrociava a Sud di essa con il tratturello Cerignola-Ponte di Bovino. Agli inizi degli anni ’50 l’Ente Riforma espropriò l’azienda circa 280 ettari di terreno, tali terreni furono frazionati in numerosi poderi assegnati ai numerosi piccoli proprietari. Posticciola: la masseria è ubicata in direzione Nord-Nord-Ovest dal centro abitato, nelle adiacenze dell’incrocio fra le strade provinciali Foggia-Ascoli e per Castelluccio dei Sauri. La masseria Posticciola, sulla tavola del Feudo d’Ascoli e Fabbrica è riportata come posta delle pecore, aspetto evidenziato anche dal nome della masseria. Il rifornimento idrico era assicurato dalle acque del torrente Carapellotto a Sud-Est, e dal torrente Carapelle, più lontano, posto ad Est. Conte di Noia: masseria di campo della Regia Dogana, è ubicata in direzione Est-Nord-Est rispetto al centro abitato, sulla strada della S.P. Ascoli-Stornarella, ad una distanza di 11 Km circa da Ascoli. L’intera masseria è posta sulla sommità di un modesto rilievo, in posizione dominante rispetto al territorio circostante. Si trova nelle adiacenze del Tratturello Stornara-Lavello. E’ stata sede di Panetteria della Regia Dogana a servizio dei locali della zona. La masseria Conte di Noia è stata l’ultima proprietà che gli eredi della casa ducale dei Marulli, signori di Ascoli. Nella masseria è presente una chiesa rurale con facciata superiore trapezia, cornicione merlettato e campanile a vela centrale. La campana porta la scritta: “A devozione del duca di Ascoli, anno 1856” ed è impressa la croce dei Cavalieri di Malta. San Martino: è una masseria che deriva da una posta di pecore. E’ forse la più grande fra quelle che si conservano. E’ ubicata in una depressione a valle della masseria di Corleto e ad Est della masseria Conte di Noia. La posta di San Martino si trova sul percorso del Tratturello Stornara-Lavello. Fino a dopo la II guerra mondiale l’azienda di San Martino svolgeva attività prettamente zootecniche. Con la successiva rottura delle mezzane e la loro messa cultura, l’azienda è passata alla cerealicoltura estensiva. La masseria di San Martino ospitava nella posta diverse migliaia di pecore e la notevole quantità di latte che veniva lavorato. |
Le Chiese rurali |
Nelle masserie, in posizione a schiera, accorpata o isolata, è quasi sempre presente “la Chiesa rurale” dove si svolgevano le celebrazioni e le feste religiose che cadenzavano i periodi di lavoro. Esse sono ispirate alla massima semplicità. Di solito la Chiesa era affidata ad un religioso che presiedeva alle funzioni religiose, risiedeva in paese e si recava in campagna quanto stabilito. La “Chiesa rurale” era l’unico luogo dove le persone, costrette a soggiornare per lunghi periodi in campagna, potevano trovare una parola di conforto, incoraggiamento e, per i più credenti, trarre la forza per andare avanti con i pesanti ritmi di lavoro, che venivano scanditi ogni giorno dall’alba al tramonto. L’edificio religioso rurale in genere è costituito da un unico locale, di piccole superficie, con eccezioni di quelle facenti parte di grandi masserie: S. Carlo, Torre Alemanna, Corleto, Palazzo d’Ascoli, Conte di Noia, etc. etc. La Chiesa può essere isolata (selva San Giacomo, Corleto, Romano) o compreso in schiera con altri fabbricati (Conte di Noia, Santa Croce, Camerelle), oppure accorpato e contenuto in fabbricati più ampi (Nannarone, Palazzo d’Ascoli). |
da sinistra le chiese di: borgata San Carlo, Masseria Conte di Noia e Masseria Camerelle
da sinistra le chiese delle Masserie di: Nannarone, Romano, Santa Croce, Salvetere, Canestrello e Ferrante |
Fonte:
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