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“ … la scomparsa di un fiorente artigianato. Dalle attività dei vasai ascolani e dall’ormai ultraventennale fermo della produzione fornaciaria, ha sottratto al tessuto economico sociale e produttivo della città di Ascoli Satriano una fonte di ricchezza, visto che i prodotti delle sue fornaci aveva una consistente area del mercato provinciale ed interregionale …” |
Fra cronaca e storia L’impoverimento delle attività economiche con la drastica sottrazione della componente artigianale ha contribuito in maniera determinante al regresso socio-economico della società ascolana. Intere famiglie scompaiono, altre si lacerano, il paese si spopola. Milano, Torino, Svizzera, Germania sono i nomi più comuni che entrano nel lessico dialettale.
La produzione dei vasi Nel territorio di Ascoli è presente affiorante la formazione dell’argilla azzurra in enormi quantità, di qualità anche molto pura tant’è che nei secoli si è sviluppata una notevole attività manifatturiera di prodotti di argilla per l’edilizia: mattoni, embrici, tubazioni, cocumelle, comignoli, etc., e per le suppellettili casalinghe, in genere contenitori delle più svariate forme, di uso giornaliero e per conservare derrate alimentari. Le fornaci di mattoni, erano dislocate lungo la via per Candela, località il cui toponimo è proprio “Fornaci”. Le cave di argilla erano ubicate nelle immediate vicinanze. L’argilla per i vasi veniva cavata nelle zone delle Fornaci e nella zona dei Pozzi di S. Oronzo. Dopo aver scelto la zona da scavare, con utensili a mano tipo picconi, zappe e pale, si procedeva allo scavo ed al carico dell’argilla in contenitori di tela conici, posti a cavallo della schiena degli asini adibiti al trasporto. Lo scavo ed il trasporto della creta avveniva tutti i giorni e costituiva la prima parte della giornata lavorativa. Nel periodo ottobre-novembre si incrementava lo scavo ed il numero dei viaggi di trasporto, per accumulare la creta necessaria alla produzione del periodo invernale, quando lo scavo ed il trasporto del materiale delle cave non era possibile. Dizionario dei vasi
Le fornaci
da sinistra le fornaci: Aspromonte, Falcone, Peruggini e Tartaglia3 ( camera di cottura )
le fornaci Tartaglia ( 1, 2 e 3 ) Le fornaci furono costruite tutte a tipologia seminterrata per avere disponibile due piani di lavoro, a quota differenziata. Quello inferiore si trovava alla quota della strada antistante e serviva per gestire il focolare, la produzione della calce e lo stoccaggio del materiale combustibile. Il piano superiore, a cui si accedeva tramite rampa di accesso laterale, serviva ad accumulare e lavorare l’argilla di cava, confezionare ed essiccare i mattoni crudi, caricare e scaricare la fornace per la cottura dei mattoni, controllare il processo di combustione. L’edificio era costituito da: focolare, griglia, camera di cottura, scalinata ad arco esterno. Era dotato di più aperture. Da quello inferiore si accedeva e si alimentava il focolare, da quella intermedia si sistemava lo strato di ciottoli per produrre calce. Ad entrambe si accedeva dal piano di lavoro inferiore. Dall’apertura superiore si caricavano e sistemavano i mattoni da cuocere. Le fornaci avevano in genere pianta ellittica ovoidale. La costruzione partiva, una volta scelto il sito, con lo scavo verticale a forma di ovoide. Lo scavo veniva rivestito internamente con una “camicia” di mattoni crudi. Il focolare era costruito nella zona inferiore dello scavo. Al centro del pavimento del focolare si realizzava un cunicolo, collegato a una canna di tiraggio, era la sentina, la cui presenza preservava il focolare da scoppi per sovrappressioni. La canna di tiraggio raggiungeva la quota delle murature superiori della camera di cottura. Nelle fornaci si fabbricavano due tipi di prodotti: materiali per l’edilizia in argilla e calce viva o spenta. Materiali edili: mattoni pieni rettangolari per costruzioni di muri e volte; mattoni quadri sottili per pavimentazioni; mattoni per coperture di muretti o per scale e gronde; tegole per manti di copertura tipo embrici; tegole trapezie per canali di gronde; tegoloni utilizzati per realizzare linee di impluvi, displuvi e gocciolatoi. I prodotti più richiesti erano: i mattoni per muri, le tegole e i mattoni quadri per pavimento. La calce, impiegata largamente nelle costruzioni fin dall’antichità come legante, derivava da rocce carbonatiche (calcari). La calce viva di solito veniva prodotta nelle fornaci in concomitanza con le cotture di materiali di argilla: mattoni, embrici. Nel periodo invernale nelle fornaci si produceva spesso solo calce. L’attività di produzione delle fornaci si è esaurita nel 1975, quando si sono fermate le fornaci di Giovanni Aspromonte, che attribuisce la scomparsa dell’attività alla strada, assolutamente non idonea ai mezzi di trasporto moderni. Infatti fino a che i trasporti erano assicurati da asini e carretti non si sono avuti inconvenienti. L’assoluta impraticabilità della strada Ascoli-Candela ai mezzi moderni ha strozzato l’attività e ne ha causato l’irrimediabile scomparsa, anche a causa di incidenti mortali accaduti per camion capovolti durante il trasporto sul tratturo che si dirama per S. Agata.
Fornaci in territorio agricolo |
Fonte:
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