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" Defensor Civitatis " |
Mons. Vittorio Consigliere, vescovo di Ascoli Satriano è nato a Sestri Ponente il 5 giugno 1883 da Giuseppe e Serafina Barbieri. Ancora fanciullo, vestì l’abito cappuccino e, dopo aver frequentato regolarmente i corsi di studio, fu ordinato sacerdote nel 1906. Il 21 ottobre 1908 fu mandato dai superiori all’Università Gregoriana di Roma, dove si addottorò in Teologia e Filosofia. Entrato nel Cenobio di San Bernardino per insegnarvi teologia e filosofia, imparò, invece, nella solitudine del convento, a comunicare col popolo; sicchè da Voltri a Rapallo, da Camogli a Pontedecimo, da Lavagna a Sestri Levante e a Volpedo, la sua parola di pace penetrò nell’animo popolare. A partire dal 1911, inizia ad assistere agli ammalati dell’ospedale S. Martino di Genova, fino alla sua nomina a Predicatore Apostolico. Scoppiata la Prima Guerra Mondiale, padre Vittorio Consigliere adempì al suo dovere d’italiano come cappellano militare. Furono anni in cui compì miracoli di sacrificio e di eloquenza: a Schio, a Vallarsa, nelle dolomiti, a Pieris d’Isonzo, sul Basso Piave. Con la pace tornò alla sua Sestri e al suo ministero. Nel 1921 papa Benedetto XV lo nomina Predicatore Apostolico e Consultore della Congregazione dei Riti. Mons. Consigliere fu anche musico, pittore, poeta, conoscitore di lingue antiche e moderne. In qualità di giornalista diresse, col missionario padre Zaverio il Bollettino del Padre Santo, e fu per lunghi anni collaboratore del Bollettino dei Cappuccini. |
Con la bolla del 1° settembre 1931, Papa Pio XI lo elevò alla dignità episcopale, e l’8 novembre successivo fu consacrato dal cardinale Carlo Dalmazio Minoretti, arcivescovo di Genova, nella chiesa dell’Assunta di Sestri Ponente. Fece il suo ingresso solenne ad Ascoli Satriano il 6 gennaio 1932, ed a Cerignola il 10 successivo, celebrando messa nella chiesa di San Gioacchino. Lo stemma Episcopale: un leone rosso su sfondo giallo e azzurro. Il leone rampante con la corona, tiene un ramoscello d'olivo il quale svela in un certo qual modo il nome dei Consigliere cioè " Consiglio apportatore di pace ". Completano lo stemma episcopale, a destra la Madonna del Buon Consiglio, in alto lo stemma francescano e in basso, a forma di nastro, il motto " Meum est consilium ". Il Vescovo Vittorio Consigliere, appena insediato, si adopera per far restaurare la Chiesa Cattedrale danneggiata dal terremoto del 1930. In quella occasione demolisce e ricostruisce in pietra dura il pavimento, sollevandone il piano. Tale sollevamento fa aumentare di un gradino la scalinata del sagrato. Durante i lavori si rinvengono alcuni sepolcri di Vescovi precedenti, ne recupera le reliquie e le fa tumulare sotto il pavimento della cappella dell'Immacolata Concezione. Nel gennaio del 1934 riapre al culto la chiesa di S. Lucia al corso (Corso Umberto I). Il 14 settembre 1934 consacra ed apre al culto la cattedrale di S. Pietro a Cerignola. Nel novembre del 1934 partecipa, al seguito del cardinale Segretario di Stato Eugenio Pacelli al congresso eucaristico di Buenos Aires. A partire dal 1935, incoraggia e favorisce la costruzione del Seminario Serafico dei Frati Minori Francescani di San Potito, accanto all’omonimo convento. Nell’aprile del 1938, restituisce al culto, restaurata ed abbellita la cattedrale di Ascoli Satriano, dedicata alla Natività della Beata vergine Maria. Il 13 giugno 1941, eleva a parrocchia la chiesa di San Potito, affidandola ai Frati Minori. Nel Settembre del 1943, le truppe tedesche, in ritirata lungo la strada provinciale per Foggia, fecero delle rappresaglie sulla città di Ascoli. Il Vescovo Mons. Vittorio Consigliere con il Redentorista ascolano Padre Ragni (che faceva da interprete), andò a parlare con i tedeschi. Ottenne la sospensione del fuoco in cambio di alcuni quintali di viveri, frattanto arrivarono gli Anglo-Americani ed i tedeschi ripiegarono (per questo motivo l'Amministrazione Comunale dichiarò Mons. Vittorio Consigliere "Defensor Civitatis"). Volle che la diocesi avesse un suo bollettino, Vita Nostra, che fu affidato alla direzione di don Sergio Di Gioia. Affetto da un male incurabile, morì a Roma il 15 marzo 1946. Il 20 marzo giunse la salma ad Ascoli Satriano da Roma dove era in cura. Per due giorni la salma fu esposta nella chiesa di Santa Maria del Popolo, dove la popolazione si recò in pellegrinaggio a rendergli omaggio. Il giorno 23 marzo, dopo i solenni funerali celebrati dal vescovo di Troia e Foggia, Mons. Fortunato Maria Farina e assistito dal vescovo di Bovino, la salma fu tumulata al cimitero di Ascoli Satriano nella cappella Di Muzio. Il 23 maggio 1991, con una cerimonia solenne, le spoglie mortali di fra Vittorio Consigliere, vennero traslate dal cimitero alla cattedrale di Ascoli Satriano, dove furono composte nel monumento funebre che la diocesi, la munificenza del notaio Nicola Merola e del popolo ascolano hanno voluto innalzargli. |
Duomo di
Ascoli Satriano 23 maggio 1991
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L’ingresso in Ascoli Satriano, 6 gennaio 1932 |
Il 1° settembre 1931, le campane della Cattedrale e delle chiese della Diocesi unite di Ascoli Satriano e Cerignola suonarono a festa: il Papa Pio XI aveva nominato il nuovo vescovo diocesano nella persona del Predicatore Apostolico Mons. Vittorio Consigliere dei Frati Minori Cappuccini di Genova. L’annuncio ufficiale venne dato dal vescovo Mons. Fortunato Maria Farina, vescovo di Troia e Foggia. L’ingresso ad Ascoli Satriano avvenne il 6 gennaio 1932, il giorno dell’Epifania. Il novello vescovo indossò i sacri paludamenti nella Chiesa di Santa Maria del Popolo delle Monache Redentoriste. Poi, sul piazzale antistante il Monastero delle suore di S. Alfonso de’ Liguori, il vescovo cavalcò un cavallo bianco accompagnato da due guardie campestre (Serafino Saracino e Antonio d’Arcangelo). Quel giorno la collina di Torre Vecchia, di fronte al Monastero, era gremita di gente con gli occhi fissi al Nuovo Inviato del Signore. La giornata non era fredda, le case erano dipinte di un pallido sole invernale. Le strade principali del paese erano pavesate da striscioni policromi osannanti al Novello Pastore. Tra due ali fitte di popolo, con la partecipazione delle Autorità Religiose, Civili e Militari, il Nuovo Vescovo, sul suo cavallo bianco, cominciò a staccarsi dal capo linea. Tra due ali fitte di popolo, con la partecipazione delle Autorità Religiose, Civili e Militari, il Nuovo Vescovo, sul suo cavallo bianco, cominciò a staccarsi dal capo linea. |
Aveva la croce pettorale d’oro, il piviale bianco ricamato in oro, la mitra con le infule gemmate, il pastorale d’argento, l’anello piscatorio all’anulare destro, con la folta barba bipartita e con gesto benedicente attraversò tra continui applausi, il Parco della Rimembranza, via Santa Maria del Popolo, largo Indipendenza (largo V.Aulisio), la porta di S. Antonio Abate, via Roma (via Duomo), Piazza della Rivoluzione (Piazza Giovanni Paolo II), via Garibaldi, largo Dauno, via Severino Boccia, Corso Umberto I, di nuovo la piazza principale, largo Cattedrale. Balconi e finestre erano addobbati di drappi e di coperte di seta. Da essi, i fedeli, lanciavano con devozione ed entusiasmo, volantini colorati osannanti al nuovo vescovo. |
La prima guerra Mondiale |
Durante la prima guerra Mondiale, ovunque vi fosse un moribondo da confortare e riconciliare con Dio, un ferito da medicare, un aiuto da porgere, là era il cappellano militare Vittorio Consigliere. |
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