
A destra del transetto vi è la
cappella di S. Potito. Al centro vi è un altare marmoreo del sec.
XVIII ad opera dei marmorai napoletani; l'altare in marmo bianco,
con decorazioni a tarsie marmoree policrome (verdi e rosse). Il
paliotto è decorato da intarsi marmorei con motivi floreali. Ai
lati di esso, sui pannelli marmorei, si notano due stemmi
vescovili della Curia. In alto, sulla stessa linea del tabernacolo
a tempietto ci sono due teste di angeli, in marmo bianco. A
coronamento dell'edicola, si legge a grosse lettere: "ALTARE
PRIVILEGIATUM." Il vescovo De Martinis, nella visita apostolica
del 1728, sollecitava a rifare l'altare rovinato. Quindi fu
inserito nell'opera di restauro generale che il vescovo De
Martinis operò dal 1728 in poi, abbellendo la Cattedrale con
altari nuovi in marmo. Nella nicchia vi è il busto reliquiario
raffigurante S. Potito del sec. XVII in argento e pietre preziose,
esso poggia su una base di marmo recante la scritta: SANCTE POTITE
PROTECTOR ORA PRO NOBIS. Il busto riproduce il santo martire che
con la mano sinistra indica la reliquia che è nel petto, chiusa da
una preziosa teca e con la destra regge la palma legata da un
chiodo. Lo stesso chiodo è conficcato nella testa che è adorna di
ricca aureola. È presente la teca contenente il braccio
reliquiario di S. Potito (sec. XIX) in argento. Essa si conclude
con la mano in argento che regge la palma e il chiodo. Poggia su
una ricca base circolare che si assottiglia verso l'alto. E' molto
ben decorata a sbalzo con motivi di foglie, ovuli, etc., e lo
stemma vescovile. Porta sbalzata nella parte frontale
un'iscrizione: A.D. 1874. La teca rappresenta un pezzo di notevole
interesse artistico ed è importante perché la datazione ci serve
per individuare la committenza nella persona del vescovo Antonio
Sena, di cui è riprodotto anche lo stemma. La cancellata della
cappella tra il
1849 e il 1852 venne fatta costruire dal vescovo Leonardo Todisco
Grande.
Inoltre sono presenti: il busto
raffigurante “S. Espedito” del sec. XVIII - XIX di ignoto artista
locale, in legno dipinto. Il busto riproduce il Santo avente
un'espressione estatica, adorno di vesti dorate e la palma del
martirio in mano. Sul capo regge una corona in legno dorato,
mentre reca sul petto la teca con la reliquia interna; il busto
raffigurante il "Beato Cesare De Bus" della fine del XIX sec.-
inizio del XX sec. di ignoto artigiano locale, in legno dipinto.
Il busto riproduce il Beato che regge nella mano sinistra il
Crocifisso e con la destra lo indica. E' adorno di berretta di
tessuto in testa e di cotta chiara sulle spalle particolarmente
movimentata per indicare le pieghe della veste. La ossatura lignea
è stuccata; un busto reliquiario raffigurante "S. Emidio” (o
Emiddio) del sec. XVIII - XIX di ignoto artigiano locale, in legno
dipinto; un busto reliquiario raffigurante "S. Biagio vescovo" del
sec. XVIII di ignoto artigiano locale. Il busto riproduce il
vescovo nell'atto benedicente, sul petto reca una teca con
reliquie, nella mano sinistra la Bibbia ed è adorno di ricchi
mantelli; il busto raffigurante "S. Gennaro" del sec. XVIII
(datato 1740) di ignoto artigiano locale, in legno e stoffa. Il
busto riproduce il Santo coperto da mozzetta viola in tessuto e
uguale berretto viola in testa. Al centro, sul petto, reca la
croce e la reliquia nella teca.
Vi sono, altresì, nella cappella due
armadi uno a destra e uno a sinistra dell'altare: quello a destra
contiene le reliquie dei Santi Aurelio, Benedetto, Gaudioso,
Mansueto, Valentina; quello a sinistra contiene le reliquie dei
Santi martiri di Otranto uccisi dai Saraceni musulmani l'8 agosto
1480, perché vollero restare fedeli alla fede cristiana.
Dal 1733 per gli Ascolani il Duomo (la
Cattedrale) è considerato anche Santuario di S. Potito, per la devozione
degli Ascolani a S. Potito. Papa Gregorio XVI l' 8 agosto 1837 concedeva
l'indulgenza plenaria applicabile ai vivi e ai defunti per tutti coloro
che visitano questa cappella dai primi vespri del 12 gennaio al tramonto
del 14 e pregano secondo le intenzioni del Papa. |