Home > Arte e Cultura > Edifici religiosi > Duomo > Visita il Duomo |
|
Fonte battesimale |
Del sec. XVIII, di ignoto artista locale, in marmi policromi. Presenta una decorazione che risente delle caratteristiche più generali degli altari marmorei della stessa chiesa. Oltre alle tarsie marmoree geometriche, c'è la presenza di fiori stilizzati con colori alternati e contrastanti. Il fonte che ha la forma di una pigna sagomata, presenta una base quadrata che regge il catino ottagonale, e si rastrema e si assottiglia verso l'alto. Su di essa si aprono (sui 4 lati) 4 porticine in argento. Al di sopra del fonte battesimale vi è un dipinto che riproduce il battesimo di Gesù Cristo da parte di Giovanni Battista, firmato da Cantatore di Roma. Il fonte battesimale, un tempo, era delimitato da un cancello in ferro. |
Tomba di Mons. Domenico Cocchia |
Vescovo di Ascoli Satriano e Cerignola, in marmo bianco, opera dello scultore Pasquale De Chirico. Vi è scolpito il busto del frate cappuccino sorretto da un capitello, alle spalle vi è il pastorale ed una palma sotto lo stemma episcopale e riprodotti in dimensioni naturali un angelo che abbraccia un misero con una stampella e lo indica a Mons. Cocchia. Sul pilastro, di fronte al monumento funebre, vi è altresì una lapide in memoria dello stesso vescovo, recante lo stemma e le sue ultime parole, opera dei fratelli Pergola di Cerignola. |
Altare del Crocifisso |
Altare marmoreo (sec.XIX ad opera della Bottega di marmorai napoletani), a muro in marmo bianco, presenta un primo piano inferiore diviso in riquadrature e decorato da tarsie marmoree policrome. Al centro è posto il paliotto. Su di esso una sottile mensa in marmo bianco è retta da due mensole con decorazione a conchiglia. Sulla mensa un secondo ripiano a parete con la stessa decorazione marmorea ed al centro un piccolo tabernacolo a tempietto. Anche la balaustra in entrambi i bracci, richiama nella decorazione dei marmi quella dell'altare. Dal 2016, dopo quasi un secolo, la tela raffigurante Maria Assunta, presente nella cappella dell'ex seminario interdiocesano di Ascoli Satriano, per volere del vescovo mons. Luigi Renna, viene riportata in cattedrale e posizionata nella cappella del crocifisso che, a sua volta viene tolto per essere collocato in un altro luogo. Attualmente è presente una statua di S. Michele Arcangelo. |
Tomba di Mons. Vittorio Consigliere |
Vescovo di Ascoli Satriano e Cerignola; essa è in marmo bianco a forma di tempio sorretto da due colonne in marmo marrone e capitelli bianchi, alla base vi è il sarcofago. Sul sarcofago vi è una base in marmo con sopra un cuscino, dove sono deposti una croce, la mitra ed il pastorale. La parete in marmo grigio è sormontata da un arco in marmo bianco e, al centro, racchiuso in una cornice, vi è il busto di Mons. Vittorio Consigliere. |
Altare Madonna dell’Addolorata |
Altare del sec.XIX ad opera della bottega di marmorai napoletani, a muro in marmo che presenta inferiormente il paliotto contenente la statua del Cristo morto. La statua di Gesù morto, in legno, con tre angioletti in cartapesta. Ai lati, due piccole colonne, in marmo rosso reggono una sottile mensa di marmo bianco. Al centro il tabernacolo a tempietto. Nella parte superiore la nicchia della Madonna dell’Addolorata, vestita di nero e con il cuore trafitto da sette spade. E' un manichino con in legno la testa e le mani. Le statue si portano in processione il giorno di Venerdì Santo. |
Altare di San Leone |
Altare che nel 1650, il vescovo Pirro Luigi Castellomata dedicò a S.Leone, 1° vescovo di Ascoli Satriano-Ordona. Autore Bottega di marmorai napoletani, a muro in marmo bianco, presenta un primo piano inferiore diviso in riquadrature e decorato da tarsie marmoree policrome. Al centro è posto il paliotto. Su di esso una sottile mensa di marmo bianco è retta da due mensole con decorazioni a conchiglia. Sulla mensa un secondo ripiano a parete con la stessa decorazione marmorea e al centro un piccolo tabernacolo a tempietto. Nella nicchia superiore trova posto la statua di S. Leone vescovo (sec. XVIII di ignoto artigiano locale), essa riproduce il vescovo in atto benedicente; sul petto reca una teca con reliquia. Nella mano sinistra reca il pastorale e la Bibbia ed è adorno di piviale. La statua è tutta stuccata e nella parte superiore è decorata in oro e con altri colori. I panneggi sono gonfi e l'intaglio è movimentato. |
Altare di San Pietro |
E' ornato da cornici con stucchi bianchi in barocco napoletano, ai lati verticali sono raffigurati, partendo da sotto, giochi floreali, un’aquila a bassorilievo, la testa e le ali di un angelo in un tondo, il corpo femminile e sulla testa un puttino. La parte superiore della cornice ha un primo bassorilievo con ornamenti a rilievo di animali e disegni geometrici, al centro un capitello con un putto. Al di sopra vi è un ulteriore capitello, il tutto sormontato da un quadrato, sempre in bassorilievo a stucco, raffigurante l'Eterno Padre benedicente appoggiato su una base di nuvole. Questa cornice racchiude un dipinto del 1712 di Francesco Santulli, olio su tela, rappresenta la figura del Cristo avvolto in un ampio mantello rosso, alla sua destra la figura di S. Pietro inginocchiato nell'atto di chi ha appena ricevuto le chiavi. Nel 1854 Gioacchino Visciòla ha fatto apporre una lapide dedicatoria in marmo bianco a memoria della sua famiglia, con una dedica particolare al Vescovo Leonardo Todisco Grande che, in seguito al terremoto del 1851, si era prodigato per la ricostruzione del Seminario, di un nuovo refettorio, aule scolastiche e l’oratorio. Per l’occasione ha restaurato l’altare. Sulla parte alta della lapide è riportato uno stemma, quello della famiglia Visciòla, con al centro un albero, sicuramente di vìsciole, ed un serpente che si attorciglia sul tronco. A destra dell'altare è presente una lapide posta in occasione della visita del Santo Padre Giovanni Paolo II il 25 maggio del 1987, che reca la scritta: "GIOVANNI PAOLO II SOMMO PONTEFICE Il 25 maggio 1987 sostava in preghiera in questa vetusta cattedrale di Ascoli S. Vescovo, clero e popolo, grati al Signore ed esultanti, a perenne memoria, posero, il 7 giugno 1987 solennità di Pentecoste e apertura dell'anno mariano." |
Altare dei Santi Patroni |
E' il primo e più antico degli altari dedicati a S. Potito. Al centro del paliotto, in marmo bianco c'è il dipinto "Madonna tra angeli e Santi" (sec.XVIII - ignoto artista locale) ad olio su tela con cornice d'epoca lignea con decorazione di stucchi a stampo. Rappresenta la Vergine in alto con il Bambino circondata da un coro di angeli. In basso, oltre le nuvole, ci sono due vescovi completi di mitra, piviale e pastorale e, al centro S. Potito. Egli ha la mano destra sul petto, mentre pesta col piede la testa ad un diavolo che guarda verso il cielo, il diavolo tiene una catena al collo. |
Altare di Sant’Anna |
Altare del sec. XVII-XIX, autore: Bottega di marmorai napoletani, in marmo, a muro, presenta un paliotto decorato da tarsie marmoree geometriche. Ai suoi lati, due pannelli con analoghe decorazioni, recano stemmi in marmo bianco. L’altare è inserito in una grande edicola in pietra: su alti zoccoli ai lati del paliotto, che recano due stemmi in pietra, rosette ed altri motivi floreali riempiono gli spazi. All’interno, l’edicola è rivestita in onice. La balaustra in entrambi i bracci per scelta di marmi e decorazioni, si avvicina alla tipologia decorativa dell’altare. Alla sommità dell'edicola si legge: "CAPPELLA GENTILIZIA DELLA FAMIGLIA D'ALESSANDRO RESTAURATA NEL 1912." La grande edicola in pietra, invece, è da ritenersi più antica, seicentesca, quando probabilmente la cappella era di proprietà Troiani, di cui c'è il ricordo del nome e del cognome (1a iscrizione). A questa famiglia si potrebbe attribuire, l'altro, stemma gentilizio posto sugli zoccoli in pietra. Nella nicchia sovrastante vi è il busto raffigurante "S. Anna e la Vergine" (XVIII - XIX di ignoto artista locale), in legno dipinto. Il busto rappresenta S. Anna che regge la Vergine in piccola età sul braccio sinistro. |
Altare Madonna del Rosario |
Altare del sec. XVIII di autore ignoto, in marmo bianco, leggermente concavo presenta le stesse caratteristiche e decorazioni degli altari precedenti. Al centro del paliotto, in marmo anch'esso, si evidenzia un bassorilievo ovale in marmo bianco raffigurante la Madonna del Rosario con Bambino tra le braccia e angeli ai lati. L’altare è completato da un tabernacolo a tempietto. Dietro l’altare, ma straccata come struttura, si eleva una edicola settecentesca in stucco con decorazioni di angeli che reggono in mano cornucopie, tralci, ecc. La balaustra, nei due bracci, riprende la stessa decorazione dell’altare. Sotto il primo gradino si legge: "Tempore prioriatus Josephi Rosario A.D. 1793". Sull'altare vi è una splendida tela raffigurante la "Madonna del Rosario" di Paolo de Matteis, firmata e datata: Paulus de Matthei pingebat A.D. 1777 . |
Navata centrale |
Nella volta un affresco raffigura il "Coro di angeli" del XVIII sec. di ignoto artista locale. Esso rappresenta un coro di angeli che fanno cerchio intorno alla colomba dello Spirito Santo. La luce che da questa si irradia, illumina i volti degli angeli. La resa pittorica di questo affresco è notevole e la capacità decorativa rimanda ad analogie stilistiche con gli altri affreschi della stessa chiesa. Per questo motivo, probabilmente è da ritenere che su di esso abbia operato lo stesso Vito Calò . Ai quattro lati dell'affresco si possono ammirare i quattro dottori della chiesa occidentale: S. Girolamo, S. Ambrogio, S. Agostino e S. Leone Magno. Nella volta della navata centrale troviamo un affresco che raffigura la "Lapidazione di S. Stefano" del sec. XVIII di ignoto artista locale. Il Santo è rappresentato al centro, circondato dai carnefici che lo lapidano, in ginocchio. E' vestito con una dalmata rossa e una stola, tipico abbigliamento da diacono. Sotto il braccio destro porta il Messale. I carnefici vestono all'orientale. L'impostazione dell'affresco risente di impianti scenografici settecenteschi. Le caratteristiche stilistiche e coloristiche, di cui si ha conferma anche negli affreschi vicini, individuano un artista con una personalità precisa e che subisce diversi influssi. Al centro un affresco raffigura la "Natività di Maria" del sec. XVIII (datato 1778) di Vito Calò. Il dipinto raffigura il Padre eterno che assiste dall'alto fra le nubi ed un coro di angeli con rose e fiori. Sotto un baldacchino a sinistra è rappresentata S. Anna a letto assistita da due ancelle. Altre donne si occupano della Vergine bambina, mentre S. Gioacchino è rappresentato con lo sguardo rivolto al cielo nell'atto di ringraziamento. Nel fondo ci sono elementi architettonici e a destra, invece, altre donne affaccendate. In primo piano sono raffigurati due angeli con cesti di fiori vicino ad una balaustra ornata. In basso a sinistra sulla volta si legge: "Vito Calò pinxit 1778". L' ultimo dei tre è un affresco che rappresenta "S. Leone e S. Biagio vescovi" del sec. XVIII di ignoto artista locale. Il dipinto raffigura i due vescovi in gloria circondati da angeli. In secondo piano si nota un paesaggio collinoso, probabilmente l'antica Ascoli. I vescovi sono rappresentati con la mitra in testa, il pastorale in mano e adorni di ampi panneggi. |
Presbiterio |
Al centro l'altare maggiore marmoreo, dedicato alla Natività di Maria S.S., è del sec. XVIII di autore ignoto, della Bottega di marmorai napoletani, in marmo bianco, presenta una ricca profusione di marmi policromi (verdi, rossi, gialli, senape), cartigli e ricicli in marmo bianco. La decorazione con motivi geometrici è sparsa e si sofferma maggiormente sui punti nodali: Tabernacolo e paliotto. L'altare maggiore in precedenza si trovava nella chiesa di S. Maria del Popolo, come anche il crocifisso ligneo del XIII sec. che sovrasta l'altare, poi portati nell'attuale chiesa Cattedrale nel 1770. L'altare rientra, come gli altri della chiesa, nella vasta opera di restauro iniziata dal vescovo De Martinis nel 1728 che coinvolse tutta la chiesa. Sull'altare sono collocati 12 candelieri in ottone dorato, in ottime condizioni, di stile barocco. Attorno all’altare della celebrazione, in piano, sono collocati 6 candelieri in ottone dorato, di stile barocco, datati 1729, con candele a cera liquida. Uno dei candelieri ha sul basamento applicato lo stemma del vescovo Mons. Campanile. Alle spalle dell'altare, un coro ligneo del 1800 circa commissionato dal vescovo Mons. Nappi, ospitava i canonici ed i seminaristi per la recita dell'ufficio. Sulla volta del coro troviamo stucchi consoni alla funzione del coro: scene che invitano alla lode del Signore attraverso il canto. L'organo originale è andato distrutto dal terremoto, quello attuale risale agli anni '50 del millenovecento. |
Cappella dell' Immacolata Concezione |
In fondo alla navata destra troviamo la cappella dell'Immacolata Concezione dove è situato un altare in marmo bianco del sec. XVIII di autore ignoto, bottega di marmorai napoletani. Nella sua complessità è decorato da tarsie marmoree policrome (verdi, rosse) unite a volute in marmo bianco. I lati che custodiscono il paliotto, anch'esso decorato con intarsi e volute marmoree, si arrotondano verso l'esterno, dando all'altare una forma concava. Entrambi i lati sono costituiti da una serie di lastre marmoree, delimitate da cornici marmoree bianche, su cui sono visibili gli stemmi vescovili. Sopra l'altare, in una nicchia vi è una statua in legno dipinto raffigurante "L'Immacolata" del sec. XVIII di ignoto artigiano locale. La statua riproduce la Vergine vestita con un mantello svolazzante nell'atto di schiacciare il serpente con la mezza luna su cui poggiano i piedi. Sotto di essa, si nota la rappresentazione del globo terreste e delle nuvole. Tre teste di angeli coronano in basso la statua. Il mantello e il vestito della Vergine, entrambi ampi, sono decorati con fiori e stelle. La statua risente notevolmente di modelli iconografici tradizionali, comuni anche in pittura. Di gusto popolare, ben si inserisce nella serie delle statue processionali. Realistica la rappresentazione del serpente che stringe una mela nella bocca. Probabilmente si tratta dello stesso autore della statua lignea di S. Giuseppe, a causa di analoghe caratteristiche stilistiche. Ai piedi dell'altare vi è la pietra tombale del Vescovo Leonardo Todisco Grande, inoltre è presente la pietra tombale delle tombe dei vescovi seppelliti sotto il Duomo. |
Cappella di San Potito Martire patrono di Ascoli Satriano |
A destra del transetto vi è la cappella di S. Potito. Al centro vi è un altare marmoreo del sec. XVIII ad opera dei marmorai napoletani; l'altare in marmo bianco, con decorazioni a tarsie marmoree policrome (verdi e rosse). Il paliotto è decorato da intarsi marmorei con motivi floreali. Ai lati di esso, sui pannelli marmorei, si notano due stemmi vescovili della Curia. In alto, sulla stessa linea del tabernacolo a tempietto ci sono due teste di angeli, in marmo bianco. A coronamento dell'edicola, si legge a grosse lettere: "ALTARE PRIVILEGIATUM." Il vescovo De Martinis, nella visita apostolica del 1728, sollecitava a rifare l'altare rovinato. Quindi fu inserito nell'opera di restauro generale che il vescovo De Martinis operò dal 1728 in poi, abbellendo la Cattedrale con altari nuovi in marmo. Nella nicchia vi è il busto reliquiario raffigurante S. Potito del sec. XVII in argento e pietre preziose, esso poggia su una base di marmo recante la scritta: SANCTE POTITE PROTECTOR ORA PRO NOBIS. Il busto riproduce il santo martire che con la mano sinistra indica la reliquia che è nel petto, chiusa da una preziosa teca e con la destra regge la palma legata da un chiodo. Lo stesso chiodo è conficcato nella testa che è adorna di ricca aureola. È presente la teca contenente il braccio reliquiario di S. Potito (sec. XIX) in argento. Essa si conclude con la mano in argento che regge la palma e il chiodo. Poggia su una ricca base circolare che si assottiglia verso l'alto. E' molto ben decorata a sbalzo con motivi di foglie, ovuli, etc., e lo stemma vescovile. Porta sbalzata nella parte frontale un'iscrizione: A.D. 1874. La teca rappresenta un pezzo di notevole interesse artistico ed è importante perché la datazione ci serve per individuare la committenza nella persona del vescovo Antonio Sena, di cui è riprodotto anche lo stemma. La cancellata della cappella tra il 1849 e il 1852 venne fatta costruire dal vescovo Leonardo Todisco Grande. Inoltre sono presenti: il busto raffigurante “S. Espedito” del sec. XVIII - XIX di ignoto artista locale, in legno dipinto. Il busto riproduce il Santo avente un'espressione estatica, adorno di vesti dorate e la palma del martirio in mano. Sul capo regge una corona in legno dorato, mentre reca sul petto la teca con la reliquia interna; il busto raffigurante il "Beato Cesare De Bus" della fine del XIX sec.- inizio del XX sec. di ignoto artigiano locale, in legno dipinto. Il busto riproduce il Beato che regge nella mano sinistra il Crocifisso e con la destra lo indica. E' adorno di berretta di tessuto in testa e di cotta chiara sulle spalle particolarmente movimentata per indicare le pieghe della veste. La ossatura lignea è stuccata; un busto reliquiario raffigurante "S. Emidio” (o Emiddio) del sec. XVIII - XIX di ignoto artigiano locale, in legno dipinto; un busto reliquiario raffigurante "S. Biagio vescovo" del sec. XVIII di ignoto artigiano locale. Il busto riproduce il vescovo nell'atto benedicente, sul petto reca una teca con reliquie, nella mano sinistra la Bibbia ed è adorno di ricchi mantelli; il busto raffigurante "S. Gennaro" del sec. XVIII (datato 1740) di ignoto artigiano locale, in legno e stoffa. Il busto riproduce il Santo coperto da mozzetta viola in tessuto e uguale berretto viola in testa. Al centro, sul petto, reca la croce e la reliquia nella teca. Vi sono, altresì, nella cappella due armadi uno a destra e uno a sinistra dell'altare: quello a destra contiene le reliquie dei Santi Aurelio, Benedetto, Gaudioso, Mansueto, Valentina; quello a sinistra contiene le reliquie dei Santi martiri di Otranto uccisi dai Saraceni musulmani l'8 agosto 1480, perché vollero restare fedeli alla fede cristiana. Dal 1733 per gli Ascolani il Duomo (la Cattedrale) è considerato anche Santuario di S. Potito, per la devozione degli Ascolani a S. Potito. Papa Gregorio XVI l' 8 agosto 1837 concedeva l'indulgenza plenaria applicabile ai vivi e ai defunti per tutti coloro che visitano questa cappella dai primi vespri del 12 gennaio al tramonto del 14 e pregano secondo le intenzioni del Papa. |
Cappella del Sacro Cuore di Gesù |
In fondo alla navata sinistra vi è la cappella del Sacro Cuore. L'altare (sec. XVIII) opera di marmorai napoletani è in marmo bianco e presenta decorazioni a intarsi policromi marmorei (verdi, gialli) e le altre caratteristiche già presenti per gli altri altari. Ai lati del paliotto vi sono due stemmi della Curia di Ascoli raffiguranti un leone rampante su colline e tre gigli fiorentini sulla testa. Sull'altare, staccata, si eleva un'edicola con stucchi barocchi. La statua del Sacro Cuore di Gesù, che fu regalata dal sacerdote ascolano Mons. Santoro, assessore della Congregazione Vaticana Concistoriale (oggi detta Congregazione dei Vescovi) quando fu nominato vescovo della diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola S.E. Mons. Vittorio Consigliere. Sulla parete destra troviamo un dipinto raffigurante "Adorazione dei pastori" del XVIII sec. (datato 1796) di ignoto artista locale, olio su tela. Il dipinto raffigura lo schema consueto della Sacra Famiglia al centro e della folla dei pastori e degli adoranti intorno. La Vergine mostra il Bambino, alle sue spalle c'è S. Giuseppe e il bue. Ai piedi del Bambino c'è un pastore inginocchiato, insieme ad elementi di vita quotidiana (cane e capra). Un corteo di offerte sale da sinistra mentre un coro di angeli si staglia nel cielo. In fondo si intravede un ambiente con colonne. I colori sono opacizzati. In basso a sinistra si legge: A.D.1796. Sulla parete sinistra, invece, c'è un dipinto raffigurante "L'ultima cena" del XIX sec. di ignoto artista locale, olio su tela. Il dipinto rappresenta la figura di Cristo in mezzo ai dodici Apostoli nell'atto di dare l'Eucarestia. Alcuni sono dipinti di fronte, altri di scorcio ed altri di spalle. Il tavolo imbandito, bianco, divide i due piani di prospettiva. Il fondo è chiaro e la luce si riflette sulla figura del Cristo che ne risalta in primo piano. I panneggi sono rigonfi, mentre i colori sono piuttosto chiari e contrastanti. Nel transetto, nello spazio antecedente la Cappella di S. Giuseppe vi è un dipinto raffigurante "Madonna con Bambino" della II metà del sec. XVIII di ignoto artista locale, olio su tela, cornice d'epoca con decorazione in stucchi a stampo, corona d'argento applicata. Il dipinto rappresenta la Madonna nell'atto di stringere tra le braccia il Figlio. E' adorna di ampi mantelli, sul capo l'impreziosisce una corona d'argento. Il volto delicato nei toni di colori si staglia sul fondo scuro. |
Cappella di San Giuseppe |
Ascoli Satriano, visitando il borgo - © web design by Piero Pota ( www.ascolisatrianofg.it ) |